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Mostra ” I contemporanei della scuola tortonese “

A Palazzo Guidobono dal 10 giugno al 9 luglio

la Mostra d’ Arte : “I Contemporanei della Scuola Tortonese”

 

Perché il punto sui  “Contemporanei della scuola Tortonese”

 Il Circolo Lunassese e lo Studio d’Arte e Restauro Gabbantichità di Tortona organizzano alcuni eventi espositivi dedicati all’arte figurativa – con il patrocinio del Comune di Tortona, della Società Storica Pro Iulia e di Perosi EDU: un cantiere aperto per attirare l’attenzione dei tortonesi verso l’arte, quella contemporanea in particolare, recuperando lo spirito che muoveva nell’immediato dopoguerra i cittadini di Tortona  e i suoi grandi artisti durante i festeggiamenti di Santa Croce.

La serie di eventi programmati confluiranno nell’inaugurazione, sabato 10 giugno alle ore 11,00 a Palazzo Guidobono , della mostra “I Contemporanei della scuola tortonese”:  l’esposizione permetterà di esplorare, prima di altri, alcuni fondamentali percorsi artistici a testimonianza che la visione lungimirante degli organizzatori ha colto in pieno il segno: parlare di “Scuola tortonese” con la S maiuscola è diventato obbligatorio.

Il catalogo –  la cui copertina  prende spunto da un’immagine in bianco e nero dei lavori di ristrutturazione di Palazzo Guidobono nella prima metà del Novecento per aprire oggi un cantiere di lavoro in cui si torni a parlare di arte contemporanea a Tortona – ripercorrerà gli aspetti qualificanti di una compagine straordinariamente unica  riassumendo i tratti biografici di ogni artista, le sue amicizie e le sue relazioni con il mondo artistico “Moderno”, presentando al pubblico una compagine di più di 50 artisti che spaziano dalla figurazione al concettuale, all’informale, alla video-art e alla fotografia, riservando sorprese a non finire per l’alta qualità delle opere in mostra.

Nella stagione estiva 2016 – dal 10 luglio al 25 settembre – a Lunassi (AL) è stata presentata l’ultima delle mostre sulla “Scuola Tortonese” che ha concluso il ciclo triennale dedicato agli artisti della nostra terra o che gravitano, per interessi artistici, nel territorio tortonese: l’esposizione, oltre che chiudere un excursus, ha fatto da ponte di lancio per giovani che troppo spesso non trovano spazi pubblici per confrontarsi e farsi vedere, ma è stata anche la consacrazione di alcuni maestri storici che da sempre sono l’elemento trainante di generazioni di allievi e di “adepti”.

Nel 2014/15 si sono realizzate due importanti esposizioni di arte figurativa dedicate alla “Scuola Tortonese nell’Ottocento e Novecento”; la prima “Da Felice Giani a Luigi Rapetti”, ha riscosso un successo straordinario di partecipazione con più di 1.200 visitatori e la seconda – nel 2015- “Da Angelo Barabino a Pietro Bisio” è stata il proseguimento ideale dell’esposizione dell’estate 2014, arrivando così a quasi 2.000 visitatori nelle due edizioni. Il successo di pubblico è dovuto alla straordinaria qualità della proposta, considerando anche che raggiungere Lunassi è sempre complicato, oltre che per la distanza dai centri più grandi, anche per le vie di accesso, non sempre nelle migliori condizioni.

Questi tre anni di esposizioni e di sacrifici per il Circolo Lunassese e per lo Studio d’Arte e Restauro Gabbantichità sono stati uno sforzo enorme sia dal punto di vista economico che organizzativo e quest’anno si è deciso di scendere a valle, riproponendo a Tortona – a palazzo Guidobono – in forma ampliata l’esposizione del 2016 :  saranno presentati alcuni artisti viventi che sono, a ragione da considerare “capi scuola”, sia per rimarcare la breve distanza che separava questi dalle interpretazioni pionieristiche della pittura contemporanea, sia per indicare l’esempio col quale questi artisti innovatori hanno influito sulle nuove generazioni nate e artisticamente cresciute a Tortona o “emigrate/immigrate” nello stesso territorio.

 

Da segnalare in mostra, oltre agli altri bravissimi e consolidati artisti presenti:  Piero Mega  e i giovani fermenti artistici  del collettivo Malleus; Claudio Magrassi (Premio Arte Lunassi 2005) il cui percorso, partito dall’iperrealismo in particolare dalla natura morta, si sviluppa ora in una ricerca di destrutturazione della figura umana, fino all’essenza ;  Marco Mazzoni (Premio Arte Lunassi 2006) con le sue matite colorate che si imprimono sulla carta da quando era bambino e che adesso fanno nascere un universo;  Pietro Bisio (Premio Arte Lunassi 2004)  istrione, capace di aggregare  promuovendo, in un

vortice infinito di energia positiva,  la propria arte e quella dei numerosi discepoli che insieme a lui hanno condiviso gioie e dolori. Oggi Pietro è l’elemento trainante del Gruppo dei Sette coordinato dallo storico dell’arte Giuseppe Castelli e del quale fanno parte e sono presenti in mostra , Gabriele Armellini, Gianni Bailo , Niccolò Calvi di Bergolo , Emilia Rebuglio e Gianna Turrin.

Un altro grande artista capace di attrarre a sé, nel silenzio del suo eremo a Sarezzano, è Narciso Garcia Bonomi, uno dei grandi dell’arte milanese degli anni ‘70/90, straordinario e colto interprete di un’arte raffinata, che scava in profondità alla ricerca dell’essenza e del segno.

Di particolare interesse la sezione fotografia: con Viola Cappelletti, Pier Luigi Casanova,  Bruno De Faveri , Renato Lisini (Premio Arte Lunassi 2012), Luca Magrassi, Riccardo Mantero, Pietro Ruffini, Raffaella Stringa, Roberto Tusa e Raffaele Vaccari,  esponenti di punta del paesaggio naturalistico e delle foto di scena, con incursioni verso l’elaborazione fotografica.

In ultimo, nella sezione video artist,  si segnalano  più interventi di Emilia Rebuglio (che conferma la propria vivacità intellettuale e sperimentale collaborando con alcuni musicisti tortonesi , dedicando alcuni video all’ amica poetessa Alda Merini) e di altri interessantissimi artisti, come Ghirighori , ecc..

Il fine ultimo è quello di offrire agli artisti del nostro territorio adeguati spazi espositivi e risonanza di critica e di pubblico a livello interprovinciale, in un momento storico di estrema particolarità  in cui tutti -attraverso la rete e i media- possono diventare protagonisti con estrema facilità, ma anche essere dimenticati in un attimo: per questo siamo fermamente convinti dell’importanza fondamentale di un catalogo che raccolga la loro opera e della forza di “fare gruppo”, anche se tra i vari artisti e loro tecniche le differenze sono abissali, legati dalla sola valenza che conta: “esprimere in senso artistico la propria presenza” con un unico punto di partenza comune , l’appartenenza ad un territorio geografico e culturale.

In passato il mecenatismo era una prerogativa dei nobili/ricchi, oggi che i ricchi/colti si sono ridotti al lumicino è necessario fare, generare idee e, a volte,… spendersi per gli altri.

 

 

 

 

 

Studio d’Arte e Restauro Gabbantichità

 Vincenzo Basiglio e Donatella Gabba

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