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Grande Successo a Lunassi per “i Contemporanei della scuola Tortonese”

 

Comunicato stampa:Il Circolo Lunassese e lo Studio d’Arte e Restauro Gabbantichità

presentano

 

Grande Successo a Lunassi per “i Contemporanei della scuola Tortonese”

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Straordinaria  affluenza di pubblico che, dalle prime giornate di apertura, ripaga subito  gli organizzatori per l’impegno profuso nel portare a Lunassi (AL) – per la stagione estiva 2016 dal 10 luglio al 25 settembre – 34 artisti tra i più rappresentativi della compagine attiva oggi nella “Scuola Tortonese” in un omaggio corale ad uno dei pittori più rappresentativi della nostra epoca, Piero Leddi , profondamente legato al suo territorio e recentemente scomparso. Il ciclo triennale dedicato agli artisti della nostra terra o che gravitano, per interessi artistici, nel territorio tortonese e che da più di duecento anni vivono della loro arte, verrà compreso in un catalogo, che finalmente potrà dare corpo alla riscoperta di una compagine straordinariamente unica, legata da una serie di sodalizi fraterni, che ha permesso di esplorare, prima di altri, alcuni fondamentali percorsi artistici, a testimonianza che la visione lungimirante degli organizzatori ha colto in pieno il segno: parlare di “Scuola tortonese” con la S maiuscola è diventato obbligatorio.

 

L’esposizione, oltre a chiudere un percorso, farà da trampolino di lancio per giovani che troppo spesso non trovano spazi pubblici per confrontarsi e farsi vedere, ma sarà anche la consacrazione di alcuni maestri storici che da sempre sono l’elemento trainante di generazioni di allievi e di “adepti” che da sempre portano in alto il nome di Tortona e dei Tortonesi nel Mondo.

Da segnalare in mostra i giovani fermenti artistici (oltre agli altri bravissimi e consolidati artisti presenti) del collettivo Malleus formato da Lu, Poia e Urlo, eclettici artisti che fin dal 2002 spaziano all’interno dell’arte visiva, dall’illustrazione alla video-art, fino alla serigrafia tirata a mano di americana memoria (Warhol). Il gruppo trae le proprie suggestioni da un’ estetica post-romantica filtrata con attenzione dall’Espressionismo e dal Simbolismo, ma di derivazione prevalentemente Art-Nouveau affondando le radici della ricerca fino ai Preraffaelliti e più indietro, guardando Hokusai. La rivisitazione filtrata dall’esperienza della pop-art Americana fa sì che si possa parlare di loro come iniziatori di un pensiero artistico DARK NOUVEAU ( mostra a Torino a Palazzo Saluzzo Paesana dal 4 al 26 giugno 2016) che permette loro di esprimersi tra arte psichedelica, fumetti, fotografia, cinema e letteratura.Cau, Bonadeo e Cavallero

Il catalogo completo di poster creati fino a oggi dai Malleus comprende lavori per i più grandi gruppi internazionali come i The Black Keys  (duo musicale statunitense di AkronOhio),  i Deftones, un gruppo musicale alternative-metal statunitense, formatosi  a Sacramento nel 1988. Sono considerati gli iniziatori del genere new metal insieme ai Korn (talvolta chiamato aggro-metal, neo-metal o adidas rock e scritto anche nü metal, è un sottogenere della musica heavy metal e in particolare dell’alternative metal, sorto negli Stati Uniti a metà degli anni Novanta)  e sono  ritenuti uno dei gruppi più innovativi ed influenti del genere. Poi ci sono le copertine per i The Dresden Dolls, che sono un duo musicale dark cabaret statunitense di Boston, per gli Eyehategod , band sludge metal di New Orleans e tanti altri.

Numerose opere dei Malleus sono state esposte in varie mostre collettive e personali in tutto il mondo da Atlanta a Philadelphia, da Roma a Rio de Janeiro, da Milano ad Amburgo e San Francisco.

Il tortonese Piero Mega invece porta avanti da tempo una ricerca lungamente meditata su una figurazione assieme eloquente e introspettiva: il paesaggio , il tema delle grandi vedute aeree dipinte ad olio, nasce da una sistematica ricerca e selezione di immagini ricavate spesso dagli strumenti offerti dalla rete. Anche i lavori di carattere storico e civile (la serie dedicata ai monumenti e ai luoghi delle istituzioni) si alimentano da un immenso archivio fatto di immagini trovate, cercate, acquisite, pensate, realizzate e catalogate, frutto della propria esperienza di graphic designer, illustratore e fotografo.

In mostra si è deciso di portare una sua opera particolarmente significativa, vincitrice del 1°Premio Cesare Pavese 2012 XXII edizione del concorso di pittura “Luoghi, personaggi e miti pavesiani” al quale hanno partecipato 72 artisti italiani e stranieri.

La motivazione della giuria composta anche dal critico e giornalista Angelo Mistrangelo è stata: “L’intenso fluire della materia concorre a definire una rappresentazione dove luci, ombre, visioni, esprimono il senso della poetica pavesiana”.   Mega, si è occupato di tecniche e linguaggi della comunicazione, di sociologia applicata, di semiotica, ma anche di fotografia video digitale e nuovi media; parallelamente ha seguito un percorso artistico caratterizzato dalla costante ricerca di integrazione delle tecniche di rappresentazione delle immagini.

Claudio Magrassi -già Premio Arte Lunassi 2005- è presente con l’opera “Madre Terra”, questa madre che rappresenta un’ istantanea sulla fine della Civiltà Contadina, nella speranza della risurrezione che, oltre a rappresentare l’elemento fecondante della natura, rappresenta la sofferenza incarnata nel ruolo della donna, scesa dalla croce per assistere la natura violentata e assassinata.

Il suo percorso, partito dall’iperrealismo, in particolare dalla natura morta, si sviluppa ora in una ricerca di destrutturazione della figura umana, fino all’essenza. La religiosità e la sua etica lo portano ad indagare gli emarginati, i deformi, gli instabili di mente, facendone risaltare la loro autentica bellezza formale.

Nel 2000 vince il Diploma d’Onore al  Premio Arte Mondadori (prestigioso Premio Internazionale che ha visto in quell’anno più di 5.000 partecipanti.

Nel 2006 vince il Primo Premio nella rassegna “Arte in arti e mestieri” a Suzzara (MN) e a Milano il prestigioso Premio Bocca.

Partecipa in Italia e all’estero a numerose manifestazioni collettive con artisti di prestigio internazionale a Dublino (Irlanda), Mantova, Milano, Venezia, Caserta, Piacenza, Spoleto, ecc. e a numerose mostre personali.

 

Marco Mazzoni , Premio arte Lunassi nel 2006 con le sue matite che si imprimono sulla carta da quando era bambino, da quando il padre, dirigente di una cartiera nella periferia di Tortona lo faceva disegnare con i pastelli su quei campioni di carta che controllava per lavoro. Le punte colorate di Marco Mazzoni adesso fanno nascere un universo. Dal nostro territorio dell’Appennino piemontese ha raccolto l’attenzione alla natura e la città che lo ospita, Milano, ha aggiunto al suo tratto sofisticato un pulviscolo lieve che fa perdere il colore e dissolve i particolari in un ensemble che si accende in una mancanza o in una presenza.  La ricerca dettagliata del soggetto, diventa il momento stesso in cui l’artista lo destruttura e lo trasforma in altro, i volti non sono reali, concreti, ma sono veri nella loro disperazione o in una speranza che si copre di farfalle e fiori. La natura si adultera al punto da confondersi in un sogno disperato di carta e pastello, ecco l’arte di Marco Mazzoni.  Ha ridato voce al disegno con i pastelli colorati e Jonathan Levine ( regista e sceneggiatore statunitense)  ha notato subito la padronanza della tecnica e la contemporaneità di un messaggio che si lega a canoni estetici e artistici classici, mentre per la critica italiana la matita è sempre relegata al disegno preparatorio.   Cosa vuol dire raccontare tutto con le sfumature che si creano sulla carta? <<… Le gallerie in Italia e all’estero mi hanno sempre chiamato per quello che facevo all’interno del materiale, e non per il materiale in sé. La verità è che non mi sono mai posto il dubbio sulla carta, solo perché era (ed è) l’unica cosa che so utilizzare… non sono mai stato abile a usare materiale liquido, ci ho provato più volte, ma il segno non è mai uscito e penso mai uscirà >>.

I suoi disegni sono sulle copertine degli album dei Kashmir (  gruppo musicale alternative rock danese ) e più recentemente dei La Fury (gruppo tortonese) e la musica è elemento fondante dei suoi lavori.

Con i Kashmir la collaborazione è stata un caso: un contatto voluto dall’etichetta della band, mentre per i La Fury è stato solo il risultato di un’amicizia ormai decennale che lo lega al cantante della band, Diego Codevilla.  Una delle sue ultime mostre è stata ospitata dalla di Berlino e a New York.

Raffinatissimo disegnatore di misteriosi e spesso tenebrosi mondi silvani, espone forse più all’estero (Seattle, Copenaghen, Los Angeles, New York, (Strychnin Gallery) Berlino, Bristol) che in Italia dove nel 2012 è stato protagonista, assieme ad altri due potenti immaginifici (Fulvio Di Piazza e Nicola Verlato), della mostra “La natura squisita” alla Fondazione Stelline. Pur legatissimo alla sua terra d’origine, Marco vive e lavora a Milano.

Queste poche notizie spiegano il successo di pubblico, dovuto alla straordinaria qualità della proposta, considerando anche che raggiungere Lunassi è sempre complicato oltre che per la distanza dai centri più grandi, anche per le vie di accesso, non sempre nelle migliori condizioni.

Altri artisti presenti in mostra sono a piena ragione da considerare capi scuola, sia per rimarcare la breve distanza che separava questi dalle interpretazioni pionieristiche della pittura contemporanea , sia per indicare l’esempio col quale questi artisti innovatori hanno influito sulle nuove generazioni nate e artisticamente cresciute a Tortona o “emigrate/immigrate” nello stesso territorio.

Segnaliamo in particolare la presenza di Pietro Bisio: istrione, capace di aggregare, promuovendo in un

vortice infinito di energia positiva la propria arte e quella dei numerosi adepti che insieme a lui hanno condiviso gioie e dolori. Oggi è l’elemento trainante del Gruppo dei Sette coordinato dallo

storico dell’arte Giuseppe Castelli e del quale fanno parte – e sono presenti in mostra-  Sergio Fava (Premio Arte Lunassi 2013), Gianni Bailo e Niccolò Calvi di Bergolo.

Un altro grande artista capace di attrarre a sé, nel silenzio del suo eremo a Sarezzano, è Narciso Garcia Bonomi, uno dei grandi dell’arte milanese degli anni ‘70/90, straordinario e colto interprete di un’arte raffinata, che scava in profondità, alla ricerca dell’essenza e del segno.

Di particolare interesse la Sezione fotografia con Renato Lisini e Pietro Ruffini, esponenti di punta del paesaggio naturalistico e delle foto di scena.

L’omaggio più importante da parte di tutti gli artisti e nostro è per Piero Leddi, che ci ha lasciati da poco e che si è comunque deciso di esporre, in quanto da sempre sostenitore dell’attività del Circolo e nostra, considerandoci i “Partigiani della Cultura”.  Maestro indiscusso, immenso Pittore e Poeta che non amava onori, ricevimenti mondani e i titoloni sui giornali, l’artista  milanese d’adozione, ma nativo di San Sebastiano Curone, è stato insignito del Premio Arte Lunassi nel 2015.

La rassegna e il Premio hanno lo scopo di offrire visibilità e onore, oltre che ai capi scuola, a chiunque sia impegnato in una seria ed onesta ricerca artistica, segnalarlo all’attenzione degli operatori dell’arte ed insieme offrire spazi espositivi e risonanza di critica e di pubblico a livello interprovinciale.

 

Si ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona per la partecipazione finanziaria alla realizzazione del catalogo.

 

Studio d’Arte e Restauro Gabbantichità

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